Il film del 2008 “21” con Kevin Spacey è stato ispirato dalla storia del MIT Blackjack Team
I casinò e i giochi di carte sono sempre stati sinonimo di sfarzo, glamour e della allettante possibilità di diventare ricchi. Ma per la maggior parte dei giocatori, il vantaggio del banco fa sì che la dea fortuna sia spesso sfuggente.
Tuttavia, all’inizio degli anni ’80, un gruppo di studenti ed ex studenti del Massachusetts Institute of Technology (MIT) decise di sfidare lo status quo.
Unendo le loro abilità matematiche e le loro affinate abilità con le carte, formarono l’ormai famigerato MIT Blackjack Team e puntarono a battere i casinò al loro stesso gioco.
La storia è iniziata nel 1979 in un corso del MIT su “Come giocare d’azzardo se è necessario”, in cui gli studenti hanno esplorato probabilità, statistica e complessità dei giochi da casinò. Un piccolo gruppo di questi studenti ha deciso di applicare le proprie conoscenze teoriche al mondo reale. Nel 1980, formarono una squadra e iniziarono a sviluppare strategie, concentrandosi in particolare sul blackjack a causa della sua dipendenza da probabilità fisse e della possibilità di prevedere i risultati utilizzando il conteggio delle carte.
Fondamentalmente, il conteggio delle carte è un sistema utilizzato per tenere traccia del rapporto tra le carte di valore alto e quelle di valore basso rimaste in un mazzo. Quando rimangono più carte alte (10, figure e assi), il vantaggio passa al giocatore, soprattutto nel blackjack dove le possibilità di un giocatore di ottenere un blackjack “naturale” aumentano. Adeguando di conseguenza le proprie scommesse, i giocatori possono sfruttare questo vantaggio per massimizzare i propri guadagni. Sebbene la pratica sia legale, i casinò la disapprovano, spesso ricorrendo al ban dei giocatori sospettati di conteggio delle carte.
Ciò che distingueva il MIT Blackjack Team dai singoli contatori di carte era la loro struttura organizzativa e l’approccio collaborativo. Operavano con “osservatori”, che giocavano e tenevano traccia del conteggio, e “grandi giocatori”, che intervenivano con grandi scommesse quando le probabilità erano favorevoli. Questa divisione del lavoro non solo rendeva le loro operazioni meno evidenti, ma ne migliorava anche l’efficienza.
Al suo apice, la squadra contava più di 80 giocatori e le loro operazioni si estendevano da Las Vegas ad Atlantic City e persino a destinazioni internazionali. Durante i fine settimana, i membri del team volavano in questi centri di gioco d’azzardo, raccogliendo profitti sostanziali.
Il segreto del successo della squadra risiede nelle rigorose sessioni di allenamento. I potenziali membri sono stati sottoposti a un esame approfondito, spesso sottoposti a simulazioni di casinò in cui sono state messe alla prova le loro capacità di conteggio delle carte e la capacità di gestire lo stress. Solo dopo aver dimostrato il loro coraggio sarebbero stati inseriti nella squadra. Questo approccio meticoloso, combinato con la disciplina e il rispetto della strategia, ha assicurato che il successo del team rimanesse coerente.
Sebbene inizialmente le loro operazioni passassero inosservate, il successo costante del team attirò presto l’attenzione della sicurezza del casinò. Con crescenti sospetti, i casinò hanno iniziato ad assumere investigatori privati ed ex membri del team per raccogliere informazioni. Il team ha dovuto affrontare un controllo maggiore, è stato seguito e spesso gli è stato chiesto di lasciare i casinò.
All’inizio degli anni ’90, con l’aumento della temperatura e l’utilizzo da parte dei casinò di macchine mescolatrici avanzate e software di riconoscimento facciale, il team decise che era giunto il momento di farla finita. Singoli gruppi separatisti cercarono di portare avanti l’eredità, ma l’epoca d’oro del MIT Blackjack Team era passata.
Le loro audaci imprese non si limitavano solo ai casinò. La storia del MIT Blackjack Team ha ispirato libri, speciali televisivi e in particolare il film del 2008 “21” con Kevin Spacey. La loro eredità testimonia il potere della strategia organizzata, della disciplina e della collaborazione.